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Per un memorabile futuro

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Questo blog nasce con l'intento di trattare la visione della memoria ai giorni nostri, analizzandone il significato filosofico partendo dalla funzione che essa ricopre nelle "Lezioni americane" di Italo Calvino e comparandolo con il ruolo che ha nell'ingegneria. Nella sua opera Calvino analizza i temi della leggerezza, rapidità , esattezza , visibilità  e  molteplicità , qualità che ogni testo letterario dovrebbe possedere. Questi concetti sono anche applicabili al mondo della comunicazione in generale e per certi versi predicono le caratteristiche essenziali della tecnologia del nuovo millennio. Secondo Calvino l'uomo non è altro che una combinazione di esperienze, informazioni, letture e immaginazione; ciò che siamo è determinato dalla memoria di ciò che abbiamo vissuto. Durante la trattazione emerge l'idea che l'autore ha della memoria stessa. Questa  operando per immagini  dovrebbe imporre alla mente del lettore poche immagini dense di signi

Un lavoro di memoria

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Carlo Goldoni Un concetto complesso quello della  memoria , importantissimo per imparare dagli errori commessi, viene spogliato della sua funzione quando diventa banalmente il magazzino dove vengono archiviati i ricordi. Nel teatro di oggi, gli attori recitano parti "imparate a memoria", espressione che sembra quasi dispregiativa, quando invece nell'antichità questi improvvisavano. Carlo Goldoni, commediografo italiano del  Settecento , fu l'artefice di questo cambiamento. Solo azzerando la  libertà  degli attori era possibile rappresentare sul palco le scene così come nascevano nella sua mente, dai suoi sogni, facendo emergere non solo le vere personalità degli attori stessi, ma riuscendo anche a rappresentare la realtà aspirando al "verisimile". Grazie proprio alla conoscenza del passato e al confronto con gli ideali illuministici del suo presente si è reso conto di vivere in un  mondo  vecchio e retrogrado, e il teatro è stato il mezzo che ha scelt

Encyclopédie

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Sistema figurativo della conoscenza umana Quando alla fine del Settecento i due illuministi Diderot e d'Alembert decisero di raccogliere tutto il sapere umano si posero il problema di dividerlo in blocchi. I tre blocchi principali erano Memoria, contenente la Storia, Ragione, contenente la Filosofia,  e Immaginazione , contenente la Poesia . Interessante è notare che la conoscenza fisica e matematica viene collocata all'interno della filosofia, tra le scienze della natura, mentre la conoscenza pratica, quella che permette di manipolare la natura stessa e che oggi coinciderebbe con l' ingegneria , viene collocata all'interno della memoria come "uso della natura". Ancor più interessante è invece la memoria stessa, che oltre ad apparire come blocco a sé stante, appare anche all'interno della filosofia come arte del trattenere, comprendendo a sua volta la scrittura . Per quanto ci si impegni, è impossibile dividere in scatole ermetiche ciò che riguarda

Memoria materiale

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Valigetta con oggetti vari Capsula del tempo Viviamo nel presente in vista del futuro con la memoria del passato e sognando il cambiamento. Un concetto astratto quello della memoria la quale sentiamo parte di noi e che, nonostante questo, abbiamo bisogno di materializzare servendoci della scrittura o di ciò che ci circonda. Crediamo che il ricordo sia più reale se oggettivato sentendoci così sollevati dalla responsabilità di dover ricordare. Giacomo Leopardi, Canti Orhan Pamuk, Museo dell'innocenza La nostra coscienza può dirsi in pace solo se, per esempio, dopo la perdita di una persona cara, ci si circonda di oggetti che la ricordino. Anche il filosofo francese  C. Levi Strauss  sentiva la necessità di concretizzare le idee e per farlo si affidava alla tecnica, la quale rende concreto ciò che, se rimanesse solo astratto, verrebbe inevitabilmente dimenticato. Bisogna però considerare anche il lato negativo della consistenza degli oggetti, i quali imperfetti e

Molteplicità

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" Qualcuno potrà obiettare che più l’opera tende alla moltiplicazione dei possibili più s’allontana da quell'unicum che è il self di chi scrive, la sincerità interiore, la scoperta della propria verità. Al contrario, rispondo, chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili. Ma forse la risposta che mi sta più a cuore dare è un’altra: magari fosse possibile un’opera concepita al di fuori del self, un’opera che ci permettesse d’uscire dalla prospettiva limitata d’un io individuale, non solo per entrare in altri io simili al nostro, ma per far parlare ciò che non ha parola, l’uccello che si posa sulla grondaia, l’albero in primavera e l’albero in autunno, la pietra, il cemento, la plastica… "   (Calvino, Lezioni ameri

Visibilità, immagini

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" Mi resta da chiarire la parte che in questo golfo fantastico ha l’immaginario indiretto, ossia le immagini che ci vengono fornite dalla cultura, sia essa cultura di massa o altra forma di tradizione. Questa domanda ne porta con sé un’altra: quale sarà il futuro dell’immaginazione individuale in quella che si usa chiamare la “civiltà dell’immagine”? Il potere di evocare immagini in assenza continuerà a svilupparsi in un’umanità sempre più inondata dal diluvio delle immagini prefabbricate? Una volta la memoria visiva d’un individuo era limitata al patrimonio delle sue esperienze dirette e a un ridotto repertorio d’immagini riflesse dalla cultura; la possibilità di dar forma a miti personali nasceva dal modo in cui i frammenti di questa memoria si combinavano tra loro in accostamenti inattesi e suggestivi. Oggi siamo bombardati da una tale quantità d’immagini da non saper più distinguere l’esperienza diretta da ciò che abbiamo visto per pochi secondi alla televisione. La memoria

Visibilità, anima del mondo

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" È giunto il momento di rispondere alla domanda che m’ero posto riguardo alle due correnti secondo Starobinski: l’immaginazione come strumento di conoscenza o come identificazione con l’anima del mondo. A chi va la mia opzione? Stando a quanto dicevo, dovrei essere un deciso fautore della prima tendenza, perché il racconto è per me unificazione d’una logica spontanea delle immagini e di un disegno condotto secondo un’intenzione razionale. Ma nello stesso tempo ho sempre cercato nella immaginazione un mezzo per raggiungere una conoscenza extraindividuale, extrasoggettiva; dunque sarebbe giusto che mi dichiarassi più vicino alla seconda posizione, quella dell’identificazione con l’anima del mondo.  Ma c’è un’altra definizione in cui mi riconosco pienamente ed è l’immaginazione come repertorio del potenziale, dell’ipotetico, di ciò che non è né è stato né forse sarà ma che avrebbe potuto essere. " (Calvino, Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio, Visibi

Visibilità, immaginazione

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" Dalla magia rinascimentale d’origine neoplatonica parte l’idea dell’immaginazione come comunicazione con l’anima del mondo, idea che poi sarà del Romanticismo e del Surrealismo. Questa idea contrasta con quella dell’immaginazione come strumento di conoscenza, secondo la quale l’immaginazione, pur seguendo altre vie da quelle della conoscenza scientifica, può coesistere con quest’ultima, e anche coadiuvarla, anzi essere per lo scienziato un momento necessario per la formulazione delle sue ipotesi. Invece, le teorie dell’immaginazione come depositaria della verità dell’universo possono andare d’accordo con una Naturphilosophie o con un tipo di conoscenza teosofica, ma sono incompatibili con la conoscenza scientifica. A meno di separare il conoscibile in due, lasciando alla scienza il mondo esterno e isolando la conoscenza immaginativa nell'interiorità individuale. "   (Calvino, Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio, Visibilità) Nascendo entria